
La Geografia di Pierpaolo
GRAN BRETAGNA
VALLO DI ADRIANO
Un viaggio nella Storia



Il
Vallo di Adriano, una fortificazione difensiva romana nel nord della
Britannia, ha occupato per anni la mia immaginazione e la mia voglia di
conoscenza. Una serie di contrattempi, tra cui il Covid, ha rimandato
per lungo tempo questo viaggio, che finalmente sono riuscito a
realizzare nel 2025. Il Vallo è un'opera complessa e colossale: lungo
circa 120 kilometri, tra l'attuale Newcaste (Pons Aelius in epoca romana) e Carlisle (Luguvalium, originariamente un forte del Vallo, poi ampliatosi nel tempo), presenta un
muro continuo, originariamente alto sui 5 metri, il fossato anteriore,
ora quasi scomparso, le torrette di avvistamento, ogni miglio romano, e
una serie di fortini e forti più grandi. Naturalmente, secondo la nota
abitudine romana, le fortificazioni erano collegate da una strada, denominata Stanegate,
costruita da C.G.Agricola, governatore della Britannia nel I secolo
D.C. Realizzato in soli 7 anni, si estendeva tra due mari,
attraversando regioni disabitate e selvaggie, superando colline e
dirupi. Ancora oggi questi luoghi incutono timore (e lo dico da
alpinista) per la loro selvaggia bellezza e totale solitudine. Era
controllato da 3 legioni, fisse, più una serie di truppe ausiliarie,
provenienti da varie parti dell'enorme Impero, tra cui anche gli arcieri
siriani. Si calcola che occupasse 12.000 uomini in 17 piazzeforti
principali, più tutta una serie di piccole torri e fortini minori. Era
stato concepito per difendere i territori dell'Impero dai
bellicosi Pitti (gli attuali scozzesi) ed altre tribù della Caledonia.
La sua funzione tuttavia andava ben oltre ad essere soltanto una
fortificazione militare
difensiva: il Vallo era un sistema integrato di difesa, controllo del
territorio e amministrazione: si inseriva in una politica edilizia
grandiosa propugnata dall'Imperatore Adriano, sopratutto a Roma, che
mirava ad una rifondazione della Idea dell'impero e ad assicurare l'ordine
costituito. La pace e il benessere garantiti dal
Vallo hanno permesso
alla Britannia di essere romanizzata e di integrarsi nell'Impero.
Grazie alla protezione del Vallo tra il II e III secolo la regione ha
potuto godere di grande prosperità e stabilità politica, tanto che sono
stati trovati diversi reperti provenienti anche dal lontano Baltico
(anelli di Ambra). Con la progressiva caduta dell'impero, dopo il 410
DC, il Vallo è stato gradualmente abbandonato (anche sotto la
spinta della invasione Sassone) e saccheggiato per
secoli come comoda cava per la costruzione di chiese e massicciata per
le strade, sino a ridurre le varie costruzioni in modo significativo. Città come Newcastle, Carlisle, Corbridge e altre minori sono state edificate con le pietre del Vallo per secoli. Ho
visitato diverse sezioni del Vallo a piedi e anche 3 Musei, molto ben
fatti, per integrare la conoscenza dei luoghi e degli uomini che lo
hanno abitato e difeso. Questi
musei possiedono una enorme tipologia di reperti, tra cui 5000 scarpe (
di tutti i tipi) tantissimi manoscritti (la burocrazia romana era
totale e segnalava tutto, anche le minuzie), e diverse corrispondenze
private. Naturalmente si trova una vasta scelta di armi e
attrezzatura bellica, molto interessante da studiare nel passaggio tra
un vestiario pesante da legionario ad una attrezzatura più leggera,
pratica e se vogliamo più economica, di tipo quasi medievale. Uno straordinario viaggio integrato nel tempo, anche per chi è abituato
alle realizazzioni architettoniche romane, specialmente considerando
che si tratta di un'opera colossale inserita in una Natura selvaggia e
ancora oggi molto integra.
Emozionante, perchè il Vallo ha rappresentato per tre secoli non solo
un muro difensivo, praticamente invalicabile per i nemici di Roma, ma
una idea, un concetto di Limes (confine)
tra la civiltà e la barbarie, tra la Luce e le Tenebre, o almeno così
veniva considerato all'epoca, secondo lo storico romano Svetonio.
L'ultima Frontiera ha sempre alimentato la mia Fantasia, che si
trattasse del West americano, delle Colonne d'Ercole, o delle Sorgenti
del Nilo, sino ai territori polari. In
alcuni aspetti ricorda il noto Deserto dei Tartari di Buzzati, un
avanposto verso un modo selvaggio e sconosciuto, in perenne attesa del
domani. La
sua sola concezione (unica nella romanità) dimostra un pensiero
grandioso, (che fa parte di un progetto ancora più grandioso, la
ridefinizazzione dell'Impero, dopo Augusto) e il fatto che sia
sopravissuto a
1700 anni di saccheggi e prelievi, lascia attoniti. Ho visitato tanti
monumenti nei miei viaggi, (tra cui anche la Grande Muraglia cinese,
un'opera sicuramente colossale) ma il Vallo di Adriano, forse perchè
sono
così legato alla storia romana, mi ha lasciato un ricordo indelebile. Un viaggio nel quale sono andato oltre la conoscenza dello spazio, addentrandomi nella conoscenza del tempo.

L'Imperatore Adriano 76- 138 DC.

Moneta coniata per Adriano, ritrovata in uno dei forti del Vallo: notare che Adriano è scritto con la H iniziale.


Localizazzione del Vallo di Adriano, leggermente a sud del confine con
l'odierna Scozia, e dell'effimero e più semplice Vallo di Antonino,
abbandonato molto presto perchè indifendibile, o forse solo temporaneo
nell'attesa della fine della costruzione del più complesso Vallo situato a sud.


Ricostruzione a sinistra di un forte, e interpretazione ideale dello stesso inglobato nel Vallo


Sito di Vindolanda: uno dei più grandi forti del Vallo, a cui si appoggiava un
Vicus
(villaggio) per i civili; da forti,come questo, vero filtro di ingresso per i territori imperiali, passavano genti e
commerci in entrambi i sensi di marcia. Si nota ancora il muro
difensivo del forte

Parte centrale del sito di Vindolanda: grazie a vari ritrovamente (tra
cui una vasta tipologia di scarpe ed attrezzi) si è potuto collegare le
abitazioni alla loro funzione, per diversi artigiani specializzati,
cuochi e macellai.

Ricostruzione interna di Vindolanda


Ricostruzione
del rifornimento ai granai del forte, da cui dipendeva fondamentalmente
l'alimentazione della guarnigione. I granai possedevano un pavimento a
lastre su pilastrini di pietra, per isolare meglio l'ambiente,
dall'umidità e dai topi, vedi
immagine a destra. Da notare l'ausiliario a sinistra,
vestito in modo leggero con cotta di maglia, mantello e elmo, spada e
una lancia a doppia punta, di cui esistono vasti ritrovamenti a
Vindolanda. Lo scudo, portato sulle spalle, è del tipo rotondo, pratico e leggero.

Ricostruzione ideale del sito di Vindolanda (vedi sopra le rovine).Si
notano le 4 porte, di cui le 2 centrali regolavano il passaggio della strada, al centro i
Principia
(fabbricato del Comandante) e il
Praetorium
(dove risiedeva il Quartier Generale). poi gli allogiamenti dei
legionari e degli ausiliari, a sinistra i granai e le stalle. Sì
intravendono le case del
Vicus, per i numerosi civili che gravitavano sul forte e per i vari
artigiani. Si calcola che fosse abitato da circa 5/600 persone.


A sinistra legionario del periodo classico imperiale: indossa una corazza
Lorica segmentata, calzari aperti, gonnellino, scudo rettangolare,(
Scutum) ed è armato di due spade più il
Pilum,
nel III secolo l'armamento si è evoluto (a destra) con scarpe chiuse,
pantaloni al ginocchio, completati da gambali di cuoio, cotta di
maglia,
Spatha (80 cm di lunghezza circa, al posto del
Gladio di 50/60cm di lunghezza) e
pugio,
pugnale. Il cinturone si evolve con un passante alla spalla, per
alleggerire il peso delle armi. Ancora per poco lo scudo rimane
rettangolare, per evolversi poi nel modello rotondo,
Clipeus. Sotto
i relativi manichini in cui si nota chiaramente il passaggio ad un
vestiario bellico più pratico, leggero ed economico.
Tutto il materiale illustrato proviene dai vari siti del Vallo.


Divinità votive reperite lungo le abitazioni del Vallo

Tra i passatempi preferiti tra i soldati romani c'erano anche i dadi, (
Tesserae) come dimostra questo straordinario reperto.Potevano essere fatti di Ambra, avorio e osso.



Le torri di avvistamento e di controllo (sopra a destra il disegno di
una ricostruzione) erano posizionate regolarmente ogni miglio romano
(1500metri) anche nei luoghi più impervi. A sinistra un fortino, che
poteva contare su una dozzina di uomini: Si nota chiaramente che il
fortino era inglobato nel Vallo stesso, e che all'interno vi erano
degli edifici per gli uomini della guarnigione. Da notare il paesaggio,
ad oggi, totalmente disabitato e selvaggio che veniva attraversato dal Vallo


La larghezza del muro poteva variare tra i 2,5 metri e i 3 metri


Ricostruzione di come si presentava il Vallo una volta completato

Quel che rimane della doppia porta d'ingresso di un forte, e sotto il
disegno di come si presentava, presumibilmente, tra il III e IV secolo
DC.

Vasta tipologia di lumi ritrovati in vari siti del Vallo.

Elmi (
Galea) romani del tipo
Montefortino: al centro da Centurione, dotato di
Crista Transversa ovvero crestato, vedi manichino sotto

Centurione
romano: disciplinato, coraggioso e brutale formava il nerbo della
Legione romana. Da notare la cotta di maglia, protetta da un doppio
strato sulle spalle, là dove i fendenti erano più probabili e
pericolosi.

Ricostruzione della palestra
Arena, di allenamento della truppa
,
a Vindolanda, le spade di allenamento erano di legno e la palestra al
chiuso, a causa del clima inclemente del nord della Bretagna. Il Centurione a destra mostra il bastone di vite (
Vitis Latina),
simbolo del comando .L'addestramento degli uomini e la trasformazione di
villici in soldati era uno dei compiti precipui dei Centurioni.

Ricostruzione in grandezza naturale della grande porta di South
Schields, (
Arbeia) presso Newcastle, il principale accesso al Vallo dal lato
Est. Questa sezione del vallo era difesa da una truppa mista di Galli,
Ispanici e arceri siriani.

La natura cosmopolita dell'Impero Romano è mostrata in questa commovente lapide funeraria del Museo di
Arbeia, presso Newcastle. lei è Regina, una
liberta (schiava liberata) nata a
Catuvellauna (in Inghilterra), lui era Barates, un mercante di Palmyra in Syria. Datata nella seconda metà del II sec.

f
Il sito denominato Sycamore Gap reso noto dal film
Robin Hood, con
K.Kostner e M.Freeman, purtroppo vandalizzato con l'abbattimento dello
storico albero

Cippo miliare con incisione dedicata all'Imperatore
(Caesar) Adriano
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BIBLIOGRAFIA
Il Vallo di Adriano, un'opera unica nella storia della civiltà romana,
è relativamente poco conosciuto, e ancor meno studiato, da autori
italiani, qui di seguito 3 letture consigliate, in lingua
italiana, delle quali l'ultima rimane la più completa
In inglese esistono molte pubblicazioni, tra cui diverse su trekking ed escursioni giornaliere

in italiano segnalo anche questa trilogia romanzata


Naturalmente non possiamo non citare il capolavoro di M.Yourcenar
Memorie di Adriano, anche se non specificatamente legato al Vallo.
Tutto mi piacque in quella terra piovosa..